Cartoline d'Archivio - spigolature dall'Archivio Storico "M.G.B. Altan" del Comune di Aviano
Il progetto Cartoline d’archivio viene concepito nella primavera del 2020, in pieno lockdown, quando, per Decreto del Consiglio dei Ministri, unitamente ai diversi settori produttivi, anche i luoghi della cultura, come definiti dall’art 101 del Codice dei beni culturali e paesaggistici, sospeserole attività rivolte al pubblico per l’emergenza sanitaria. Per lunghe settimane le biblioteche, gli archivi, i musei chiusero le porte ma attivarono la mente per trovar soluzioni su come mantenere comunque attivo il dialogo col pubblico e la cittadinanza. Un progetto nato dunque da una crisi a dimostrare che si spengono le luci ma non le idee. La biblioteca civica di Aviano, cui è aggregato l’Archivio storico comunale “M.G.B. Altan”, iniziò dunque, in silenzio rispettoso, a spigolar tra le buste archivistiche, ascoltando il richiamo delle carte che chiedevano di riemergere dall’oblio della memoria e a scegliere quelle da affidare virtualmente al mondo appunto delle cartoline. L’idea di lasciare raccontare un archivio che, per la sua fragile tipologia di bene culturale, non prevede un accesso incondizionato per ragioni di necessaria tutela, e in un’epoca di silenzio imposto dall’emergenza sanitaria, si è trasformata in un progetto ritenuto meritevole di essere sostenuto, tramite fondo regionale, dall’associazione culturale Ecomuseo Lis Aganis. Esso, nel contempo, suggerisce una nuova modalità di valorizzare certi beni culturali che diventano in tal modo fruibili da tutti, senza pregiudicarne i principi della tutela. Attorno all’idea si è composto un gruppo di lavoro che ha agito come le spigolatrici in un generoso campo di grano, posando sul patrimonio documentario sguardi diversi derivanti da professionalità specifiche ed accomunate dalla medesima passione per la memoria archivistica: un’archivista, un’agronoma forestale e una bibliotecaria. La scelta dei documenti – che sono stati oggetto di digitalizzazione con contributo regionale da bando del 2017 e con fondi propri del Comune nel 2020 - è stata dettata da interesse professionale, ma in larga parte dalla curiosità di ciascuna di noi: ne è uscita una rosa di documenti eterogenea cui è stata data, nel corso del lavoro, una forma fino a comporne quattro sezioni tematiche: territorio e consuetudini; dominazioni; scuola; miscellanea. Il lavoro si colloca al di quadella ricerca storica pur senza tradire il principio del rigore, per rispetto sia del bene archivistico sia dei destinatari della pubblicazione. L’intenzione è statadunque quella di rendere merito, quasi aforisticamente, ad una comunità e alla sua storia, inseguendo le inesauribili domande che una dopo l’altra, come chicchi di grano seminati lungo il cammino, hanno tracciato il sentiero. L’esperienza di consultare un archivio è un’emozione che si rinnova di continuo: slacciare le buste, svolger le camicie dei fascicoli, sfogliare i documenti significa rendere viva la memoria del passato, fissarla nella dimensione temporale del presente, ma anche svelarne l’insegnamento attuale. Il termine documento – d’altra parte – etimologicamente contiene l’invito imperativo ad insegnare la storia per ricordarla, per evitarle di sfuggire all’impietosa sorte dell’oblio; nel contempo, sfogliando le “cartoline” di questa pubblicazione, è stata data voce ai senzanome, a tutti coloro che, pur ai margini della Storia, sono stati protagonisti della propria storia. In un archivio di natura amministrativa come questo, generato da un ente pubblico e dunque di carattere prevalentemente istituzionale, in filigrana la comunità emerge, freme, pulsa… coi suoi nonzoli, i podestà, le guardie campestri, i parroci, i maestri elementari, gli scolari esemplari e quelli assenti perché impegnati a lavorare nei campi, le balie, i disertori, le meretrici… donne e uomini, adulti e bambini che si muovono vivi come in un affresco di recente restauro, accanto ad imperatori, re, generali, prefetti… In sintesi, unico intento che ha ispirato il lavoro è stato di trasmettere anche a chi ci leggerà l’emozione provata, un’emozione governata tuttavia dalla consapevolezza della responsabilità cui è chiamato l’ente proprietario del bene, rispetto sia alla tutela dello stesso sia alla sua valorizzazione, come detta il Codice.
Le autrici
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