“Cadi nove volte, rialzati dieci.”
Francesco Moser in bicicletta è stato un numero uno, vincendo più di ogni altro ciclista italiano. Ma tutti i suoi grandi successi sono nati dalla tenacia con cui si è saputo risollevare dopo le sconfitte. Così Moser è diventato uno degli sportivi più amati di ogni tempo, fino alla consacrazione del record dell’ora, il primato stabilito a Città del Messico nel 1984 a trentatré anni, quando erano in molti a considerarlo ormai sul viale del tramonto. Del resto lui è sempre stato l’uomo dei primati. Non solo per i tre record dell’ora, ma perché fu un innovatore su tutti i fronti, proiettando il ciclismo di quegli anni nel futuro. Con la schiettezza che l’ha reso celebre, Moser ripercorre in prima persona la propria epopea sportiva, dall’infanzia contadina nella sua Palù di Giovo, in Trentino, ai record messicani, dai duelli con Merckx alla rivalità con Saronni, dalle infernali classiche del Nord ai Giri d’Italia, dalle brucianti sconfitte alle incredibili vittorie.
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