Nelle Valli Pordenonesi ogni paese aveva almeno un fisarmonicista originario del luogo, generalmente maschio e autodidatta. Aveva imparato da solo a
tirà la fola (suonare) assecondando un'attitudine. Si suonava alle feste nelle borgate, nei cortili e, se c'era, nella piccola orchestra di paese. Il repertorio era quello popolare arricchito con villotte locali musicate; alla musica era associato infatti il canto. I valligiani oggi ritrovano nella memoria i vari suonatori passati,
al sonava chest... mi dicono a Claut,
al era chiel... a Barcis, c'era questo, c'era quello..., e subito ai nomi si aggiungono interminabili aneddoti (e spesso simpatici) a testimonianza della larga popolarità dello strumento.
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