Entrando nel Parco del nostro istituto trovate a destra un'area umida, progettata all’inizio degli anni ’90, con l’intento di coltivare piante arboree ed arbustive tipiche di queste zone.
Da semplice orto botanico il nostro parco si è trasformato in questi anni in un’aula a cielo aperto, in cui sviluppare attività didattiche interne al nostro istituto, ma anche quelle rivolte a ospiti esterni nell’ambito del progetto “Fattoria didattica e sociale”. Allo stagno ci si arriva al termine del percorso sensoriale “A piedi nudi nel parco”. Siamo sempre in dubbio se chiamare il nostro stagno per quello che è o con un nome più accattivante, come “Laghetto della biodiversità”. Certo, essere lago sembra più nobile, mentre la parola stagno richiama significati negativi: l’acqua stagnante non è potabile, una situazione stagnante è una situazione che non evolve, una porta stagna è una porta che non fa passare aria o acqua, è una chiusura ermetica. A volte le maestre o i professori dicono ai loro alunni che ragionano per compartimenti stagni, cioè separati. Non è una cosa piacevole da sentirsi dire, e poi in realtà i ragazzi spesso incrociano i pen-sieri tanto da perdersi!
Per non parlare di quando si dice che un fisico è stagno, che finché lo dicono ai ragazzi può anche passare per un complimento, ma quando lo dicono ad una ragazza… apriti cielo! Body shaming!Non va meglio se usiamo il termine acquitrino, che ti dà sempre l’idea di qualcosa che sta fermo, ma che sotto il sole è destinato a prosciugarsi, a scomparire in modo insignificante senza lasciare traccia.
Anche questa è una sensazione che a volte i ragazzi provano, quando vorrebbero passare inosservati, scomparire, mentre altre volte invece hanno proprio bisogno di essere notati e valorizzati. Questo ambiente, apparentemente picco-lo e semplice da studiare, ha attirato l’attenzione dei più grandi naturalisti, come Konrad Lorenz che nel suo libro “L’anello di re Salomone” scrisse: “Recatevi con un vasetto ed un acchiappafarfalle allo stagno più vicino, immergete alcune volte la rete, e raccoglierete una miriade di organismi viventi. In quella reticella per me è ancora oggi racchiuso l’incanto della fanciullezza…”
Se Konrad Lorenz ci invita ad andare allo stagno, allora orgogliosamente gettiamo via il nome laghetto, che non ci rappresenta, e raccontiamo la storia dello Stagno e dei suoi protagonisti in questo libretto, unione degli approfondimenti tecnico-scientifico di alcuni dei nostri studenti del triennio e di alcune ricerche e illustrazioni su miti e leggende realizzati dai nostri studenti del biennio!

Libro sfogliabile non ancora disponibile!
Autrice: Francesca Aprilis
Collana:
Salamandre n.13
Realizzato da: IIS "Il Tagliamento" di Spilimbergo, Associazione Lis Aganis - Ecomuseo delle Dolomiti Friulane
Anno: 2025
Pagine: 150
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I filmati delle fototrappole collocate nei pressi dello stagno dell'Istituto.