nei Luoghi dei mestieri raccontati - Mestieri di ieri di oggi per domani
Dal 3 agosto all'8 settembre 2013 - Scuola d'Ambiente, Barcis (Pn)
In Valcellina, nelle Valli e nella Pedemontana del Friuli Occidentale
Le genti della Montagna e della Pedemontana del Friuli Occidentale hanno inventato e ri/inventato mestieri per utilizzare al meglio le risorse ambientali e umane disponibili, potenziali o ancora allo stato grezzo.
Mestieri dentro i luoghi e fuori da essi; in uscita e in entrata. Mestieri di solito (ma non sempre, e non dappertutto) femminili (tutto, o quasi, sulle spalle delle donne), e mestieri maschili. Mestieri legati alle età, alle caratteristiche famigliari e comunitarie, ai ritmi e agli eventi stagionali, all’allevamento, all’uso multiforme del bosco, dell’acqua, della terra…
Mestieri di casa, di paese, di vallata. Mestieri strada facendo. Dell’ospitalità e dell’accoglienza, dell’amicizia e della solidarietà.
Artigiano o intellettuale, tradizionale o moderno, ogni mestiere richiede comunque uso dell’intelligenza, fatica e serio impegno. E pretende competenze adattabili e integrabili per sempre nuove invenzioni, con o “senza brevetto”.
Richiede, e richiederà, sempre di più, conoscenze non superficiali anche dei luoghi, e dei mutevoli contesti socio-economici e culturali di riferimento.
Di molti mestieri, fino a ieri di “lunga durata”, si sta ora perdendo anche la memoria. Le comunità rischiano di raccontare di sé una storia amputata di parti utili per pensare e fare futuro.
Per questo è importante raccogliere, documentare e valorizzare le testimonianze superstiti anche degli antichi e dei vecchi mestieri in quanto “patrimonio di umanità”.
È ciò che si tenta di fare nei Musei, nelle sedi espositive e nelle raccolte amatoriali. Esempi importanti di continuità e di innovazione sono presenti in molti laboratori del territorio. La Mostra si limita a segnalarne due legati alla lavorazione dell’argilla, e uno al riutilizzo creativo degli oggetti.
Il territorio stesso, con le sue diversità variamente stratificate, può diventare un “museo all’aperto” diffuso e disponibile per la fruizione pubblica, non immobile nel tempo ma sempre in farsi.
Barcis – con il suo lago, le sue borgate, le sue vallate laterali, i suoi sentieri…, le sue continuità e discontinuità, le sue crisi e le sue tragedie, i suoi miti e le sue leggende – e la Valcellina, le Valli della Montagna e la Pedemontana del Friuli Occidentale sono, singolarmente e insieme, un moderno e promettente esempio di attenzione per il passato e di apertura verso il domani.
La Mostra (itinerante “in valigia”?) è un primo parziale inventario e un invito a visitare i luoghi nei quali le comunità si raccontano e continueranno a raccontarsi.
Accenna anche a due luoghi “esterni” di lettura antropologica degli oggetti: Ozzano Taro (Parma), “Il bosco delle cose”, e Fontanabona di Pagnacco (Udine), “Museo di Storia Contadina”.
Le sculture e il libro di Emanuele Bertossi sono una stimolante proposta di riutilizzo degli oggetti.